venerdì 30 gennaio 2009

John Martyn

Mi sveglio oggi, tardi come al solito, e do un'occhiata a pitchfork com'è ormai mia abitudine (come gli anziani guardano i necrologi sul quotidiano questa è una delle mie prime routine), e bang: John Martyn è morto.
Evito i soliti coccodrilli solo per dire che era da pochi mesi che conoscevo la musica di Martyn, da quando cioè mi sono buttato a capofitto nella riscoperta del revival folk inglese degli anni '60 e '70 (Jansch, Fairport, Davey Graham- anche lui scomparso recentemente, Shirley Collins, Watersons, Dick Gaughan, Nic Jones, etc), dopo essere stato messo knock-out da vari album appartenenti al periodo, tra cui proprio quello che da molti è considerato il capolavoro di Martyn, "Bless The Weather".
Ho successivamente scavato e scavato cercando; e ho trovato molto: dai lavori degli anni '60 e inizi '70 basati sulla chitarra acustica Martyn ha spostato pesantemente il suo sound verso confini esterni al mondo folk: fuzzbox e echoplex a profusione dalla fine anni '70 in poi.
Immagino che potrei dilungarmi, ma ammetto di essere solo in una prima fase della conoscenza dell'opera di quest'uomo (che mai ha smesso di fare musica, nemmeno dal vivo quando qualche anno fa gli è stata amputata una gamba) che ammonta ad una ventina di album, quindi faccio un esercizio di umiltà e lascio qui sotto qualche link utile e un paio delle sue canzoni da ascoltare (tra cui una grande interpretazione di Big muff dal vivo, presente nel bootleg trovato sul blog Elastic Rock).

Official Site
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Elastic Rock


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1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao, chi ti scrive è un po' in là negli anni ed ha avuto la fortuna di conoscere John nel lontano 1974 e vederlo 2 volte dal vivo.
John è stato grande: Solid Air e Inside Out (in sequenza), dopo il dolce Bless weather. La tirlogia perfetta, quasi come quella del suo amico scomparso nel 1975. Quasi come... buon ascolto l.