domenica 29 giugno 2008

Bob Dylan Bootlegs

Potrei probabilmente parlare (e scrivere) di Bob Dylan per ore. Perché la carriera e l'opus di Dylan sono così grandi da trasfigurarsi ogni volta che li si osserva attentamente: è come un fiume lungo centinaia di km che attraversa regioni dalle caratteristiche morfologiche completamente diverse, tanto da non apparire nemmeno lo stesso a seconda di dove lo si incroci (il bel danubio blu dei viennesi non appare più tanto blu a Budapest, e probabilmente non sarà nemmeno più tanto bello alla foce), così la musica di Dylan di "Nashville skyline" fa notoriamente a pugni con quella (di pochi anni precedente) di "Highway 61..." o "Blonde on blonde". Per non parlare della svolta cristiana dell'inizio '80...
Ulteriore cosa che salta agli occhi quando ci si addentra nelle storie su Dylan, nel suo percorso musicale dal '61 o giù di lì ad oggi - diciamo -è quanto la trasfigurazione possa diventare quasi inaccettabile per i cultori della "versione del disco" delle sue canzoni quando ascoltanto le rese live (di classici e non). La sua discografia ufficiale ha reso questo aspetto noto a molti in particolare grazie all'uscita qualche anno addietro dei live della Rolling Thunder Revue nel Volume 5 della sua "Bootleg Series" dove ad esempio l'iniziale Tonight I'll be staying with you aggrediva gli ascoltatori con una performance gridata fin quasi alla violenza, oppure (sempre nel suddetto vol.5 della serie) la fondamentale e completamente trasformata versione blues-rock di A hard rain... (un unico grande urlo rock laddove il suo antecedente su disco -la versione "originale"- era un dolente trascinarsi folk). Mi ricordo ancora di averla sentita per la prima volta in un negozio di dischi (appena era uscito il CD), esserne rimasto fulminato, essermi girato verso il proprietario (che di musica ne sapeva anche più di me), il quale mi ha sparato un "Senti che voce aveva allora...", mentre io già stavo prendendo nota mentalmente dei soldi che dovevo mettere da parte (ai tempi in cui internet e banda larga erano ancora un miraggio lontano) per acquistare quel doppio CD.
Per dire un altro effetto dei concerti del vecchio Bob (e questo accade con persino maggiore frequenza col passare degli anni, date le capacità sempre più limitate delle sue cordi vocali) è la sorpresa che coglie molti tra l'audience nel riconoscere un classico magari soltanto dopo che Dylan ne ha cantato i primi versi...se non addirittura il ritornello. Esempio eccellente le decine di versioni esistenti di "Mr. tambourine man".


Bè, tutto questo per dire che qualche giorno fa mi sono imbattuto in una manna per tutti i fan di Dylan, ovvero in Watching the river flow, un blog con MONTAGNE di suoi bootleg (dagli anni '60 sino ad oggi). Sono così tanti che per orientarcisi consiglio di dare un'occhiata a Bobsboots, un sito molto ben fatto e che vi farà da eccellente guida per la ricerca di quelli che possono sembrarvi i bootleg più interessanti (e c'è pure una sezione sui Must have CDs con quelli che dovrebbero risultare i bootleg migliori per qualità audio e performance).


Qui sotto potete avere un esempio di tutto questo mio parlare e sparlare del Dylan on the road con una versione gospel-rock (infatti l'anno era l'81, quindi sul finire della sua parentesi da "Cristiano rinato"), tratta dal live di Avignon.


MusicPlaylist

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